CANAPA SUOLO SANO E BIODIVERSITÀ

Uno studio, che ha comparato 23 colture su 26 parametri di biodiversità, ha identificato la cannabis come superiore alla maggior parte delle colture principali in termini di limitazione dei danni alla biodiversità. Essendo coltivata con pochi o nessun prodotto fitosanitario di sintesi, la canapa può infatti contribuire a migliorare la biodiversità nelle zone rurali. Il ciclo di fioritura avviene di solito tra luglio e settembre, periodo che coincide con una scarsa produzione di polline da parte di altre colture agricole.

Trattandosi di una pianta impollinata mediante il vento, dioica e staminacea, la cannabis produce grandi quantità di polline, una fonte di nutrienti vitale per le api nei periodi di carenza di fiori. Uno studio sulla popolazione di api nei campi di canapa ha identificato 23 generi diversi nelle piantagioni del nord del Colorado (USA), con una maggioranza di Apis mellifera al 38%, seguita da Melissodes bimaculata al 25% e Peponapis pruinosa al 16%. Nel suolo possono essere osservati ulteriori benefici ambientali. Essendo una coltura a crescita rapida e con un alto tasso di ricambio delle foglie, la canapa, se coltivata in condizioni ideali, copre completamente il terreno tre settimane dopo la germinazione. Le fitte foglie formano rapidamente un materiale naturale di copertura che riduce la perdita d’acqua e l’erosione del suolo. Inoltre, le foglie cadute forniscono nutrienti vitali per il terreno.

Se destinati alla fibra, i raspi di canapa sono un’importante materia organica nutritiva per il suolo durante la macerazione (decomposizione dello strato esterno del raspo per rendere le fibre accessibili alla produzione).

Grazie alla sua altezza e alla sua capacità di ombreggiamento, la canapa elimina efficacemente le piante infestanti lasciando il suolo in condizioni ottimali. I risultati preliminari della sperimentazione del Rodale Institute (USA) suggeriscono che la presenza della canapa come coltura estiva e il suo momento di raccolta anticipato abbiano soppresso le piante infestanti per tutta la stagione e abbiano fornito una finestra più ampia per stabilire la coltura invernale.

Quest’ultimo è un altro importante vantaggio dell’inclusione della canapa nella rotazione delle colture. A causa della mancanza di insetti predatori naturali, gli insetticidi possono essere evitati; la canapa è infatti suscettibile a pochi organismi gravemente nocivi ed è solitamente coltivata senza o con pochissimo apporto di trattamenti chimici come gli erbicidi. Secondo un’indagine interna, già il 50% dei membri dell’EIHA utilizza fertilizzanti naturali come letame o liquami e molti ritengono che la canapa sia una coltura ideale per l’agricoltura biologica e la coltivazione in prossimità di acque superficiali. Nelle colture successive possono essere osservati benefici sul suolo: studi suggeriscono che i rendimenti di frumento dopo la coltivazione di canapa aumentino del 10-20%. Ciò è stato confermato dalla già menzionata sperimentazione del Rodale Institute, che ha individuato analoghi effetti positivi nelle successive coltivazioni di soia. Infine, la canapa può essere utilizzata con grande efficienza anche nella bonifica del terreno. Infatti, è considerata un’ottima coltura miglioratrice, soprattutto per la sua capacità di fitorisanamento, ovvero la capacità di rimuovere i metalli pesanti dal terreno. Si tratta di una pianta tollerante al cadmio e resistente all’esposizione a lungo termine ai metalli pesanti.